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I consigli di lettura della settimana:
Il tennis come esperienza religiosa di David Foster Wallace
Come si fa a cura di Franco Berardi “Bifo” e di Valerio Monteventi
Nonnonba di Shigeru Mizuki
La botanica parallela di Leo Lionni
David Foster Wallace “Il tennis come esperienza religiosa” Einaudi 10€
Negli anni della giovinezza e prima di diventare forse il piú grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti. E il tennis è rimasto una delle sue grandi passioni, tradotta in pagine memorabili, da Infinite Jest a Tennis, Tv, trigonometria e tornado. Fino a questi due grandi saggi, qui raccolti insieme per la prima volta e dedicati rispettivamente a Roger Federer e a un’epica edizione degli Open, ma anche a mille altre cose: lo scontro omerico tra il talento e la forza bruta, tra la bellezza apollinea di una volée perfetta e gli interessi economici «sporchi» che ruotano intorno a ogni sport; il mistero ineguagliabile di uno sport che sembra basato su una moltiplicazione geometrica delle variabili, ma che, in fondo, si riduce al confronto di un atleta con se stesso e con i propri limiti, tra solipsismo e trascendenza. Il tutto, nella lingua immaginifica e inimitabile che i fan di David Foster Wallace hanno imparato da tempo a conoscere e amare.
«Sembra brutale, Philippoussis, spartano, uno grosso e lento che gioca di potenza da fondocampo, con una cattiveria gelida negli occhi, e a paragone Sampras appare quasi fragile, cerebrale, un poeta, saggio e triste allo stesso tempo, stanco come solo le democrazie sanno esserlo».
David Foster Wallace (1962-2008) è considerato da larga parte della critica come il piú importante autore americano dell’ultima generazione: uno scrittore geniale, capace di innovare e reinventare tutte le forme con le quali si è cimentato: dal romanzo al racconto, al saggio. Einaudi Stile libero ha pubblicato i suoi due romanzi La scopa del sistema e Infinite Jest, le raccolte di racconti Brevi interviste con uomini schifosi, Oblio e Questa è l’acqua, la collezione di saggi Considera l’aragosta e, nel 2011 il suo romanzo inedito e incompiuto Il re pallido. Nel 2012 Einaudi ha pubblicato la nuova edizione di La scopa del sistema (Super ET) e Il tennis come esperienza religiosa (Stile libero).
Un’intervista a David Foster Wallace
Una video intervista a David Foster Wallace. In inglese!
Franco Berardi Bifo e Valerio Monteventi (a cura di) “Come si fa” Manni 12€
Occorre inventare le forme efficaci di azione perché questo movimento insolvente (o indignato o anticapitalfinanziario o chiamalo come ti pare) possa crescere, difendersi, costruire l’autonomia della società dal capitalismo finanziario, che la sta distruggendo.
I movimenti di protesta si stanno diffondendo in tutto il mondo. Ma le battaglie di opposizione al sistema sembrano non aver ancora trovato gli strumenti per un’azione efficace.
Alcune proposte arrivano da questo volume che analizza teorie e metodi alla base delle rivolte del ventesimo secolo: lo sciopero e il sabotaggio, il guevarismo, la resistenza e la guerriglia, il boicottaggio e le pratiche dell’obiettivo, la non violenza, il media-attivismo e l’info-hacking, il subvertizing e le occupazioni, fino alla creazione di reti di solidarietà e al suicidio.
Obiettivo finale: capire il passato per proporre una forma nuova e adeguata della rivoluzione oggi.
Saggi di Franco Berardi Bifo, Valerio Monteventi, Lucia Berardi, Arturo Di Corinto, Tommaso De Lorenzis, Valerio Evangelisti, Andrea Gropplero, Antonio Moscato.
Franco Berardi Bifo Leader del movimento del 77 a Bologna, tra i fondatori di Radio Alice, sin dalla fine degli anni Ottanta si è occupato di Web e nuove tecnologie.
Insegna Elementi di storia della comunicazione sociale all’Accademia di Brera. Ha pubblicato libri sulla cybercultura, in Italia, in Francia, in Inghilterra, negli USA.
Una video lezione di Bifo da youtube
Shigeru Mizuki “Nonnonba” Lizard 22€
Ambientato nel Giappone degli anni Trenta, NonNonBâ è un’opera commovente – e spiccatamente autobiografica – sull’età che vede le verità del mondo: l’infanzia. E anche una grandiosa storia di spettri, in cui i vividi ricordi dell’autore da bambino si mescolano alla storia dello yokai (genere fantastico popolato di apparizioni, spiriti e demoni, creature fortemente radicate nell’antica tradizione popolare nipponica) e alle leggende del folklore nazionale, alle quali Shigeru, il giovane protagonista, viene introdotto da un’anziana contadina che gli fa da tata. C’è Otoroshi, che punisce chi prega soltanto per chiedere favori; l’enorme Betobeto san, che si annuncia al viandante con lo spaventoso ticchettio dei suoi zoccoli di legno; NuruNuru Bozû, lo spettro che vive nei pressi del mare e ti si attacca alla schiena per succhiarti le forze; e gli Hidarugami, spiriti incappucciati che attaccano i viaggiatori stanchi e affamati: il mondo di Shigeru pullula di esseri fantastici, teneri o spaventosi, invisibili ma non per questo irreali. Vincitore nel 2007 del premio Miglior Opera al Festival del fumetto di Angoulême, NonNonBâ è un racconto fantastico, ma realisticamente ambientato in un’epoca di grosse transizioni e importanti stravolgimenti, e insieme un’opera divertente e nostalgica, favolosa quanto le più strane creature che popolano la fantasia di ogni bambino.
SHIGERU MIZUKI (Sakaiminato 1922) è uno dei più popolari mangaka del Sol Levante. In Giappone, la sua vita e quella di sua moglie vengono raccontate in una popolare fiction televisiva: Mizuki è un vero e proprio autore di culto, tanto che la sua città natale gli ha dedicato un centro culturale internazionale e la Shigeru Mizuki Road, una strada popolata di cento statue di bronzo che rappresentano i suoi personaggi. Vincitore di numerosi premi, membro della Società di Antropologia Culturale Giapponese, ha pubblicato le proprie opere in Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Francia, Spagna e Italia
Una video-intervista Shigeru Mizuki da youtube. In inglese!
Leo Lionni “La botanica parallela” Gallucci 18€
Artisie, giraluna, tirilli e altre fantastiche specie vegetali sono qui presentate con l’accuratezza dello scienziato. Lionni rovescia il Borges della Zoologia fantastica: raffigura minuziosamente il proprio universo botanico immaginario e rende percepibile, attraverso lo studio delle sue straordinarie proprietà, la flora di un pianeta gemello dove non ci stupiremmo di incontrare le Città invisibili di Calvino. Come a volerci dire che il solo modo possibile di parlare del mondo sia quello di descrivere realisticamente una dimensione del tutto falsa. Una realtà parallela e magica popolata di piante, che “prima di essere piante, sono parole”.
“Vi sono piante che appaiono chiaramente in immagini fotografiche, ma che l’occhio umano non può percepire. Ve ne sono che rifiutano le comuni norme della prospettiva mantenendo inalterata la loro grandezza, nonostante la distanza che le separa da noi. Altre, incolori, che in determinate condizioni rivelano un gioco cromatico di rara bellezza…”
Leo Lionni (Amsterdam 1910 – Radda in Chianti 1999) è stato un artista multiforme di statura mondiale. Nato in Olanda, a 14 anni si trasferì in Italia e vi rimase finché le leggi razziali non lo costrinsero a fuggire negli Stati Uniti. Si stabilì a Philadelphia, dove divenne un grafico pubblicitario di grande successo. Nel 1948 fu nominato art director di “Fortune”. In quegli anni venne in contatto con i più grandi artisti dell’epoca, dal giovanissimo Andy Warhol a Saul Steinberg, da Willem de Kooning ad Alexander Calder. Nel 1960 rientrò in Italia e cominciò a dedicarsi alle opere per bambini. Ha pubblicato più di 40 libri per i più piccoli, conquistando per ben quattro volte la menzione al Caldecott, il più prestigioso premio americano del genere. Cinque di questi sono poi stati trasformati nelle animazioni dirette da Giulio Gianini: I cinque Lionni (volumetto + Dvd, Gallucci). Negli ultimi tempi Leo tornò con passione alla pittura e alla scultura, oltre che alla cura del suo giardino toscano.
Una storia animata di Leo Lionni